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Welfare: il ruolo del terzo settore

Le politiche nazionali e il sistema di welfare, anche a fronte della difficile situazione economica del Paese, negli ultimi anni si stanno indirizzando verso la costituzione di un sostegno, integrativo e sussidiario, al servizio sanitario nazionale.

Il tema del “secondo pilastro”, inteso come una risorsa che possa supportare il Ssn, attraverso un riorientamento ed una gestione più appropriate e strutturate delle risorse private, è stato al centro del seminario “Promuovere le comunità attraverso la mutualità”, promosso congiuntamente da Unioncamere Emilia-Romagna e Forum Terzo Settore Regionale, in collaborazione con la Camera di commercio di Reggio Emilia.

Pur nella consapevolezza condivisa che un ripensamento del sistema del welfare non deve mettere in discussione i diritti raggiunti, dal 2008 - con il decreto Turco prima e il decreto Sacconi poi – si è dato corso all’attuazione dei fondi sanitari integrativi come strumenti previsti per la raccolta delle risorse private da organizzare in forma collettiva.

Le società di mutuo soccorso sono espressamente indicate dalla legge (art 9 D.Lgs 229/99), tra i soggetti chiamati a gestire i fondi integrativi del servizio sanitario nazionale.

Oltre a essere legittimate, sono anche considerate le più qualificate a fornire un contributo rilevante alle esigenze di integrazione sanitaria dei cittadini, proprio per le loro caratteristiche mutualistiche: l’assenza di scopo lucrativo e le finalità assistenziali.

Allegati: Slide Labate - Fondazione Easycare - Intervento di Pio Serritelli, Presidente di VIVERE, Cooperativa Regionale - Comunicato stampa -

Ultimo aggiornamento

30-08-2022 16:08