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Presentato il Rapporto sull'economia regionale 2009

Un 2009 che ha segnato anche l’economia dell’Emilia-Romagna. Il crollo della domanda su scala mondiale non poteva non avere effetti anche sul sistema regionale. Numeri significativi secondo il Rapporto sull’economia regionale 2009 realizzato da Unioncamere e Regione Emilia-Romagna, presentato oggi. I dati raccontano anche di come le ripercussioni dovute alla recessione siano risultate attenuate rispetto al resto del Paese. Il Pil, infatti, subisce in Emilia-Romagna un calo del 4,6%, rispetto alla media nazionale che si attesta a un -4,8%. Allo stesso modo si registra una sostanziale tenuta dell’occupazione, grazie al ruolo determinante degli ammortizzatori sociali. Alla diminuzione del Pil pari al 4,6%, corrisponderà per il 2009 un calo della domanda interna sarà del 3,2%, mentre il decremento più significativo l’hanno ovviamente manifestato le esportazioni, legate strettamente al contesto internazionale, con un saldo negativo del 22,9%. L’impatto della crisi internazionale è stato diversificato. Secondo le stime realizzate da Unioncamere Emilia-Romagna, le province che hanno risentito in misura minore della crisi sono state Piacenza e Parma. In seconda posizione, si collocano Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini (quindi le tre della Romagna) seguite da Bologna e Ferrara. Ad avvertire maggiormente gli effetti sono state invece Modena e Reggio Emilia. Le previsioni per il 2010 di Unioncamere regionale e Prometeia, descrivono per l’Emilia-Romagna uno scenario di ripresa, seppur contenuto. Il Prodotto interno lordo dovrebbe crescere in termini reali dello 0,9%, recuperando sulla flessione del 4,6 per cento prospettata per il 2009. Nel 2011 si dovrebbe avere un aumento pari all’1,5 per cento.
| Rapporto sull'economia regionale | Rapporto 2009 (.pdf 2.5mb) | Presentazioni 2009 (.pdf 4.0mb) | Programma Convegno 2009 (.pdf 178kb) |

Ultimo aggiornamento

30-08-2022 16:08